SILLABARIO VENETO - PAOLO MALAGUTI
"Sillabario veneto: Viaggio sentimentale tra le parole venete" e il "Nuovo sillabario veneto: Alla ricerca dei veneti perduti" sono due diverse edizioni di un'opera ideata e stesa dall'autore Paolo Malaguti. Lo stesso scrittore attraverso questi due libri ha creato un viaggio alla riscoperta della lingua veneta che ad oggi è difficile da trasmettere alle nuove generazioni, ma che ha tanti aspetti caratteristici e affascinanti che per secoli l'hanno resa unica, tanto da superare il termine "dialetto".
La prima pubblicazione, ossia il "Sillabario veneto: Viaggio sentimentale tra le parole venete", è avvenuta nel 2011 e ha messo in campo la storia di una trentina di termini veneti. L'aspetto interessante, però, è che non si tratta di un semplice elenco di cui si narrano le origini e l'utilizzo, ma è una vera e propria raccolta di racconti che creano una sorta di scena teatrale di fronte ai nostri occhi. Il modo di esporre il significato di tutte queste parole, che vanno dal "boresso" al "pissegamorti" fino ad arrivare al "zagheto", è agile e divertente, tanto che entrano nella memoria con facilità e ci stimolano qualche risata quando le associamo alle battute dei nostri nonni. Un'opera che riesce quindi a trasmettere il senso di comunità che regala una lingua, ma anche il ritratto affettuoso delle famiglie di un tempo.
Il "Nuovo sillabario veneto: Alla ricerca dei veneti perduti", invece, è stato pubblicato qualche anno dopo, nel 2016. Con quest'opera Paolo Malaguti torna a confrontarsi con una lingua in parte perduta, ma anche con un mondo di cui resta un'eredità confusa. Ancora una volta l'analisi parte da una trentina di parole della lingua che lui stesso conosce e di cui sottolinea l'etimologia e il significato, senza dimenticare però la parte dedicata alla storia del suo territorio e agli episodi familiari trattati con ironia. Una raccolta giocosa, pertanto, che sa anche essere strumento utile a trasmettere il passato che a volte si fatica a ricostruire, perché per tanti anni guardato con vergogna e censurato a vantaggio della lingua nazionale.
Rebecca Luisetto
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