LA LUNA E I FALO' - CESARE PAVESE


"La luna e i falò" è l'ultimo romanzo di Cesare Pavese ed è stato da lui dedicato all'ultima donna della sua vita, ossia Costance Dowling. Venne redatto nel giro di pochi mesi per poi essere pubblicato nella primavera del 1950.

Al centro del racconto c'è Anguilla, un emigrante che torna nel suo paese dall'America subito dopo la Liberazione. La sua voce, che è quella narrante, racconta il suo presente con uno sguardo verso il passato in una continua comparazione e analisi tra le due dimensioni temporali. Ad ascoltare le sue storie c'è Nuto, amico d'infanzia che cerca di interpretare ogni suo discorso, anche se spesso fatica ad intendere la sua visione, perché non ha mai esplorato le terre al di fuori del suo paese. I suoi racconti, però, troveranno anche l'attenzione di Cinto, un ragazzino con una malformazione alle gambe che gli impedisce di trascorrere un'esistenza normale fatta di giochi e svago. Con lui Anguilla creerà un legame profondo, tuttavia alla morte del padre del ragazzino lo affiderà a Nuto e non avrà quindi la forza di tenerlo con sé.

La narrazione del protagonista parte dalla sua nascita, momento in cui è stato abbandonato e messo in attesa di un'adozione ad Alessandria, poi parla della sua famiglia adottiva, della sua gioventù e delle sue amicizie. Non manca nemmeno di raccontare la sua carriera lavorativa che combatte con la perenne volontà di avventura e di scoprire il mondo. Ma, durante il racconto, il narratore insinua anche nella mente del lettore i valori che rendono la vita felice, come l'avere una famiglia e un paese in cui tornare. Tuttavia, non narra soltanto il suo passato, ma lo mette a confronto con un presente differente da ciò che si aspettava e questo perché il suo paese d'origine, pur essendo un luogo sostanzialmente statico, ha mutato alcuni dei suoi aspetti, ma a cambiare o a scomparire sono stati principalmente i suoi abitanti.

L'aspetto fondamentale è la presa di consapevolezza del protagonista. Anguilla, prima di partire per la sua avventura, credeva che il suo paese fosse tutto il suo mondo. Poi, il fatto di aver viaggiato gli ha fatto capire che il mondo è molto altro ed è tutto da scoprire, mentre il luogo d'origine è solamente una famiglia in cui tornare, che lascia nella nostra anima una perenne nostalgia quando non le siamo vicino.

Il motivo del titolo sta nel fatto che la luna rimane al centro della narrazione come colei che scandisce le stagioni e per questo instaura un forte legame tra terra e cielo. Sarà, poi, sempre lei ad osservare dall'alto i falò delle feste contadine,  a controllare i campi e il lavoro dell'uomo. Gli stessi falò hanno un significato. Infatti sembrano prima essere fonte luminosa che dona calore e legame nella comunità, mentre in un secondo piano narrativo è evidente che diventano lo strumento con cui illuminare la realtà tragica del presente, fatta per lo più di distruzione.

Rebecca Luisetto

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