LILIUM - FABIO BRESCIA
Con questa premessa ci aspettiamo che Sergio, protagonista di questa storia che è solito portare ogni giorno un giglio alla sua donna, sia un uomo dolce, premuroso, romantico e accorto. Questo è anche ciò che pensa sua moglie Romilda, a fianco a lui da trent'anni, colonna portante della famiglia: madre, moglie e donna in carriera mantenendo sempre una posizione stoica e di classe. Per lei non esiste l'avere un capello fuori posto, non esiste fallire di fronte agli occhi della sua famiglia e non esiste disperarsi.
Tutto ad un tratto, però, la vita mette di fronte all'impensabile. Così, una domenica mattina Romilda trova Sergio esanime nella vasca da bagno. Da quel momento in poi nulla sarà come prima e questo episodio tocca nel profondo lei, i figli gemelli e la suocera Elena. Tuttavia rimangono fin dal principio composti, seppur disperati.
Il giorno del funerale Romilda però ha una percezione strana, quella che si prova quando si è convinti di essere osservati da qualcuno. Cerca di non farci caso e va avanti con i suoi giorni, cercando di trascorrere il tempo senza pensare troppo a quel pezzo mancante della sua anima, a quei gigli che non le vengono più portati dal marito la sera al suo ritorno e a quei gesti premurosi, come quella volta che aveva trovato il cappotto ocra che tanto aveva desiderato appeso alla porta. Un giorno, poi, decide di andare a trovare il marito al cimitero e davanti alla sua tomba c'è una donna seduta su una panchina, con il suo stesso cappotto.
Lilium è un racconto lungo, una sorta di conversazione che si alterna ai ricordi. L'ho trovato curioso e originale, con un finale aperto che lascia al lettore l'arduo compito di darne una propria interpretazione.
Rebecca Luisetto
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