FEDRA - JEAN RACINE

 


La Fedra di Jean Racine è una tragedia in cinque atti composta dall'autore nel 1677. L'opera mette al centro il soggetto di Euripide e Racine ammette che la protagonista mantiene tutte le qualità richieste dall'eroe della tragedia atte a provocare nell'osservatore compassione e terrore. 

Tuttavia, in questa tragedia, Racine vuole sottolineare il fatto che la sua Fedra non è né colpevole né innocente, questo perché è trascinata dalla collera degli dei in una passione illegittima di cui lei stessa ha orrore e preferisce lasciarsi morire che confessarla a qualcuno. Infatti, quando è costretta a rivelare il suo amore per il figliastro, lo farà con tale vergogna da rendere chiaro che la sua non è una semplice volontà ma è una vera e propria punizione divina. 

Ippolito, invece, qui appare distante dalla sua originaria configurazione euripidea. Infatti non viene accusato di aver stuprato la matrigna, ma di averne soltanto avuto il proposito. Inoltre, gli vengono attribuite alcune debolezze tali da renderlo un po' colpevole nei confronti del padre, senza però togliergli  la grandezza d'animo che lo spinge a risparmiare l'onore e la dignità di Fedra. La debolezza è dunque quella della sua passione nei confronti di Aricia, figlia e sorella dei nemici del padre e a cui lui vuole donare amore e potere rendendola sua sposa. 

L'aspetto interessante di questa versione della Fedra è che Racine vuole mettere in luce la virtù, infatti questa tragedia può essere vista come una scuola in cui imparare ad essere giusti e valorosi. Basti pensare che anche la più piccola colpa viene punita e che il solo pensiero del crimine viene visto con un orrore pari al crimine stesso. A ciò si aggiunge la considerazione dell'amore e della passione come debolezza dell'animo, che è causa di disordine. Una lettura teatrale diversa, intrigante e curiosa. 

Rebecca Luisetto 

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