SE L'ACQUA RIDE - PAOLO MALAGUTI


Non riesco a chiudere queste pagine. Anche se ho finito di leggere la storia, infatti, continuo a galleggiare tra le acque dei canali che hanno quell'odore da freschin e di alghe morte. Ma che sa anche di sacrificio, di sudore e di speranza. Ho il cuore che batte mentre mi si disegna nella mente l'ultima scena del romanzo "Se l'acqua ride" di Paolo Malaguti, una scena che mi riempie di orgoglio nei confronti di un protagonista che non dimenticherò mai. 

Siamo a metà degli anni Sessanta e ci troviamo a bordo della Teresina, il burcio del nonno Caronte. Al suo fianco il nipote Ganbeto, che gli farà da mozzo e lo aiuterà nei suoi trasporti di merci tra i paesi che si snodano lungo la rete fluviale. Sono pochi ancora i burchi che resistono alla rivoluzione che sta accadendo in quegli anni, la maggior parte di loro ha provato a stare al passo con i tempi aggiungendo un motore, ma la realtà è che ormai i trasporti prediligono la terra. Così pian piano sembra scomparire un mestiere antico, perché gli uomini lasciano questo lavoro senza certezza per trasferirsi nelle grandi fabbriche a fare gli operai. A Caronte, però, sembra non interessare affatto, il suo mestiere viene prima di ogni cosa e la Teresina è la sua unica maniera per andare avanti, crede ancora nel potere del barcaro e non si lascia intimidire dai tempi che corrono. Ganbeto rimane affascinato dal mondo dei burchi, quello che permette di viaggiare tra i paesi e le osterie, orientarsi grazie ai campanili e conoscere giovani donne grazie al proprio fascino da forestiero. Presto, però, Ganbeto dovrà fare i conti con la realtà, capendo che se vuole sopravvivere al mondo dovrà lasciare alle sue spalle qualcosa che gli ha regalato emozioni incomparabili. 

Si tratta di un romanzo storico, che racconta un periodo poco trattato dalla narrativa, quello del boom economico, delle nuove tecnologie e dei cambiamenti nel mondo del lavoro. L'autore lo fa con una consapevolezza indescrivibile, derivata dalla ricerca minuziosa tra i documenti e le testimonianze, ormai cifra distintiva delle sue opere. La lingua diventa parte importante della storia e apre le porte ad immagini e racconti che sembrano far apparire di fronte ai vostri occhi un vero e proprio lungometraggio.

Con il cuore che piange già di nostalgia, saluto una delle opere che più mi ha catturato nel corso della mia carriera da lettrice. 

Rebecca Luisetto 

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