RIME - GUIDO CAVALCANTI
Guido Cavalcanti è uno dei maggiori esponenti della poesia stilnovista, ossia una corrente letteraria nata attorno al 1200 nei territori bolognesi, ma poi sviluppatasi a Firenze. La sua opera intitolata "Rime" è la raccolta di una cinquantina di liriche per lo più di argomento amoroso.
L'aspetto interessante dei componimenti dell'autore è che l'amore da lui trattato ha delle sfumature cupe e quasi angosciose. Infatti, per Cavalcanti il sentimento amoroso è qualcosa di indomabile e irrazionale, tanto da condurre chi lo sperimenta verso la distruzione, sia mentale che fisica. Insomma, per lui l'amore non è più solo trattato in modo positivo ed entusiasta, ma piuttosto viene definito come una malattia dell'anima. Si tratta perciò di uno degli esponenti più importanti del Dolce Stil Novo, poiché nessuno prima di lui aveva attuato questa rivoluzione nell'ambito della passione amorosa.
Dunque la donna, oggetto di adorazione e lode per i poeti stilnovisti, in Cavalcanti diventa un'ossessione irraggiungibile che porta l'amante ad un dramma interiore senza soluzione. Infatti l'autore sottolinea che l'amore per una donna diventa un desiderio che compromette le facoltà intellettuali tanto da non essere più in grado di esercitare le proprie capacità e rinchiudersi quindi in una passione che si può definire autoreferenziale, senza alcuna via d'uscita. Quindi, seguendo il suo ragionamento, non vi è soluzione se non la morte intellettuale stessa.
Rebecca Luisetto
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