LAVORARE STANCA - CESARE PAVESE

"Lavorare stanca" è la prima raccolta di poesie pubblicate da Cesare Pavese nel 1936. Si tratta di uno degli scritti più potenti dell'autore e questo perché viene messo al centro l'intero universo esistenziale, lo stesso che si dipanerà poi tra i romanzi e i racconti che scrisse lungo tutta la sua vita. Sensazioni, contraddizioni e flussi di pensiero si uniscono tra di loro per dare linfa alla sua poesia.

La poetica utilizzata ha uno stile del tutto nuovo rispetto al panorama letterario in cui è inserita l'opera. Infatti viene utilizzata la poesia-racconto, che ha una sintassi e un lessico del tutto essenziale, tanto da apparire scarna in alcuni suoi punti. I versi sono lunghi e liberi, assomigliano a quelli della poesia ermetica, ma questa volta sembra evidente che il soggetto a cui è diretto il testo poetico sia totalmente nuovo. Pavese si concentra quindi su un eroe diverso, non più quello epico di un tempo, ma quello in grado di vivere il presente in tutte le sue discordanze.

I temi, pertanto, non sono infiniti e indefiniti, tanto che il protagonista adolescente è semplicemente messo alla prova dalle avventure della crescita e dalla malinconica solitudine, condizione molto vicina a Pavese, che la ricorda come essenza della sua infanzia trascorsa tra le langhe piemontesi, in perfetta simbiosi con la natura che lo circondava. L'aspetto interessante, però, è che non manca il contrasto con il paesaggio cittadino e le sue contraddizioni, dove si vivono momenti della propria maturità scalfita dagli obblighi e dagli impegni quotidiani, che sacrificano quella malinconica leggerezza tipica della vita in campagna. 

Rebecca Luisetto 

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