MEMORIE DI ADRIANO - MARGUERITE YOURCENAR


"Memorie di Adriano" è un romanzo del 1951 pubblicato dalla scrittrice francese Marguerite Yourcenar. In sostanza si tratta di una lunga epistola che l'imperatore Adriano, che si trova ad essere anziano e malato, scrive a Marco Aurelio, il nipote adottivo che assumerà poi il titolo di imperatore. L'autrice, quindi, è stata in grado di mettere in gioco l'equilibrio perfetto tra la ricostruzione storica e la descrizione puntuale dell'intelletto del proprio protagonista. 

Il libro si divide in sei parti, ognuna della quali viene intitolata con una frase latina che rimanda a delle formule che vengono poi riprese all'interno dello stesso capitolo. La prima è "Animula vagula blandula", ossia "Piccola anima smarrita e soave", in cui Adriano racconta le proprie condizioni di salute che sono precarie e poi si spinge a riflettere sul ruolo della parola scritta. Poi, il secondo capitolo, s'intitola "Varius Multiplex multiformis", ovvero "Eclettico, versatile e multiforme". Qui viene narrata la gioventù di Adriano, dove ha dominato la sete di conoscenza e l'impegno nel raggiungere diverse virtù pratiche. Interessante, poi, la parte in cui parla di Roma, una città che per lui condensa odio e amore. La terza parte porta il nome di "Terra stabilita", ossia "Terra stabile" e qui Adriano spiega la sua condizione di neo imperatore, momento in cui cerca di dare prova della propria mitezza, anche se ammette di non credere pienamente nelle leggi. In questa stessa parte poi approfondisce anche il termine "confine" e ciò che significa per lui. La quarta parte s'intitola Saeculum aureum, "Secolo d'oro", riferendosi al periodo del suo innamoramento per Antinoo, un giovane greco di Bitinia. In questa parte del libro il protagonista riflette molto sul suicidio, associandolo prima ad un diritto e poi ad una sciagura, soprattutto nel momento in cui a commetterlo sarà il giovane diciannovenne. Segue la parte chiamata "Disciplina Augusta"dove è evidente lo sconvolgimento dell'imperatore dopo la morte del ragazzo, torna un'ultima volta ad Atene e poi rientra a Roma dove cercherà di condurre la sua vita nella normalità. Inizierà quindi a riflettere sulla propria vecchiaia e anche su chi debba continuare a guidare l'impero dopo di lui. L'ultima parte del libro è dedicata alla "Patentia", ovvero la "pazienza", quella che deve dimostrare di avere per soffrire meno durante la sua età anziana, aspettando che la sua anima discenda nel buio.

Per quel che mi riguarda è un'opera davvero unica nel suo genere, che è frutto di una minuziosa ricerca e soprattutto di un'attenta revisione. Un libro che sembra farci conversare con uno dei protagonisti della storia di Roma e del suo impero.

Rebecca Luisetto

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