CLASSICI DA AMARE


Esistono vari tipi di lettori. Chi legge solo fantasy, chi invece è amante dei romanzi, chi si dedica esclusivamente alla saggistica e poi c’è chi, come me, legge un po’ di tutto. Sì, lo ammetto, sono una lettrice onnivora, ma a dire la verità ho anche io i miei punti deboli. Tra questi ci sono i classici, come si fa a non amarli? 

Una passione nata fin dai miei primi studi al liceo classico, ma andata poi a nozze durante l’università. Qui ogni piccolo passo, ogni virgola, gli spazi e le parole hanno iniziato a prendere una forma straordinaria e sono diventati parte di me. Certo, alcuni più di altri. 

Tra questi, sempre al mio fianco, ci sono il Canzoniere di Petrarca, il Decameron di Boccaccio, Le operette morali di Leopardi e poi La Coscienza di Zeno di Svevo. Al loro fianco poi ce ne sono molti altri, ma questi hanno lasciato in me un segno, uno di quelli che non possono essere dimenticati. 

Il Canzoniere,  o meglio Rerum vulgarium fragmenta, narra la vita interiore di Petrarca. A scuola se ne insegnano soltanto alcuni passi, quelli più famosi. Ma, nella lettura di insieme, tutti I componimenti creano un disegno unico e commovente. L’innamoramento non corrisposto, il percorso spirituale e la ricerca di una serenità mai trovata tracciano un’esistenza che ha rintracciato nella poesia lo strumento di analisi della propria realtà. Un capolavoro della letteratura italiana. 

Al suo fianco, tra i favoriti, anche il Decameron di Boccaccio. Una straordinaria lettura già partendo dall’analisi della sua composizione e dall’idea di una cornice storica che rende il tutto ancor più curioso e travolgente. Cento novelle raccontate da dieci giovani in dieci giornate che tracciano la società del tempo. Ambientata a Firenze, la raccolta si concentra sulla descrizione dei valori contemporanei per quei personaggi aristocratici, come l’amore, la liberalità, l’astuzia, l’intelligenza e l’intraprendenza. 

Colpevoli di avermi fatto innamorare anche le pagine delle Operette Morali di Leopardi. Opera, secondo me, troppo poco trattata nelle scuole e che sa come conquistare il lettore. Sono 24 componimenti che tracciano i temi più cari al poeta. Si parla della Natura, della Storia, dell’Uomo e di tutto ciò che ha maturato come esperienza personale Leopardi. Una sorta di testamento che narra ai lettori la filosofia leopardiana. Ho sempre visto quest’opera come il traguardo del poeta, il punto di arrivo dopo un sentiero tortuoso, una matassa che si scioglie per spiegare ai contemporanei e a chi sarebbe venuto dopo, quale sia il senso della vita. 

Infine, non può mancare tra i miei preferiti La coscienza di Zeno. Il romanzo psicologico di Svevo che ha segnato la letteratura italiana del ‘900. Un libro che narra la vita del protagonista analizzandolo attraverso la sua malattia che, alla fine di tutto, si può far coincidere con l’inettitudine. Si tratta di una storia narrata in prima persona che racconta fantasie, progetti e assurde soluzioni al malessere protagonista, che portano poi verso una serie di sbagli che sembrano complicare sempre di più la situazione di Zeno. Una confessione di un paziente che si prende gioco del suo stesso dottore. Geniale. 

Rebecca Luisetto 

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